È, al momento, l’ultimo sito aperto al pubblico, nell’ estate 2020: un impianto termale costruito all’interno di una grande domus, ricchissimo di pavimenti a mosaico e marmo, tutti caratterizzati da una vivace policromia.
Possiamo infatti trovare diverse geometrie, quadrate, esagonali, ottagonali, realizzate con tessere rosa, rosse, verdi, grigie, che caratterizzavano i pavimenti a mosaico delle sale principali delle terme, le sue vasche per i bagni caldi, e soprattutto le stanze absidate che dovevano essere aperte con grandi finestre verso il lacus baianus.
Ma non solo: nelle Terme del Lacus è possibile capire come gli effetti del bradisismo già iniziavano a vedersi in età romana. Grandi colonne sono infatti state posizionate, in orizzontale, lungo il bordo del lacus per proteggere gli ambienti di questa domus ed evitare l’ingresso dell’acqua. Allo stesso modo, si sono rialzati i pavimenti interni, che infatti si trovano sovrapposti su più livelli.
Il fenomeno non si arrestò, e tutto fu sommerso: oggi questi resti si trovano a quattro metri di profondità, dove la vita umana si è fermata e molti arredi come colonne, tavoli, sono rimasti abbandonati dagli uomini, trasformandosi contemporaneamente in residenza per flora e fauna marina.